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Osteoporosi fa rima con gravidanza

L’osteoporosi gravidica è una condizione patologica che causa un impoverimento della massa ossea della donna durante gravidanza e allattamento e quindi espone al rischio di incorrere in fratture da fragilità multiple nel terzo trimestre e nel puerperio. Riguarda esclusivamente le donne durante la maternità, ossia in quel periodo della vita femminile in cui il ginecologo è una presenza costante. E’ una malattia riconoscibile, nei sintomi e nelle tempistiche, che può essere sorvegliata e fermata in tempo, ma per la quale ancora non si fa sorveglianza.

Chi conosce l’osteoporosi gravidica?

L’osteoporosi è una patologia tipicamente associata alla donna in menopausa. Ma si tratta di un byas, per molte ragioni: le fratture da fragilità sono frequenti anche nell’uomo, sono possibili anche in giovane età. Non solo. Il professor Marco Gambacciani, endocrinologo e specialista in ginecologia e ostetricia nonché presidente della Società Italiana della Menopausa, ha dimostrato che la fase della vita nella quale una donna rischia di incorrere in osteoporosi non è solo la menopausa, ma anche la gravidanza. Con il concreto rischio di fratturarsi.

I ginecologi sono ben consapevoli che con la menopausa le proprie pazienti si espongono ad un concreto rischio osteoporotico, e mettono in campo tutte le azioni necessarie per diagnosticare la patologia prima che questa si manifesti. Ma non accade questo tra gravidanza e parto. “Quanta prevenzione si potrebbe fare se ci si occupasse della salute delle ossa delle donne non solo dalla menopausa in poi, ma anche prima, molto prima, tra le donne in piena età fertile?” conclude il prof. Gambacciani.

Se il ginecologo conosce l’osteoporosi gravidica e ne sorveglia i sintomi con la stessa solerzia con cui veglia sulle proprie pazienti in perimenopausa, allora egli può diventare l’angelo custode delle neomamme affette da osteoporosi gravidica. Perché, così come vigila sulla salute delle proprie pazienti per il diabete gestazionale, la gestosi e la depressione post-partum, può vigilare sui primi sintomi dell’osteoporosi gravidica e immediatamente intervenire, al primo dolore invalidante. Forse, anche prima che occorrano delle fratture femorali o vertebrali, la devastante conseguenza dell’osteoporosi gravidica.

Pensare ad una donna che ha appena partorito, che allatta il suo piccolo, e che rischia di fratturarsi per aver dato alla luce una nuova vita, è un’immagine che lascia turbati. Ma il rischio di fratturarsi il femore, le anche, le vertebre in gravidanza e nel puerperio non solo esiste davvero, ma concretamente accade con una frequenza molto maggiore di quanto si immagini. Del resto, in poco più di un anno MAMog è entrata in contatto con più di 170 pazienti affette da osteoporosi gravidica: sul totale delle partorienti, un numero ben maggiore dell’incidenza rarissima descritta per la patologia.

Quali sono i sintomi dell’osteoporosi gravidica? Conoscerli per saperli riconoscere

I sintomi dell’osteoporosi gravidica sono quelli tipici di un dolore fratturativo conseguente a traumi di nulla entità: le fratture patologiche da osteoporosi. Oltre al momento della frattura in , che le pazienti descrivono come “spari nella schiena” o “luce abbagliante” o ancora come crolli a terra con le gambe che cedono improvvisamente, c’è il dolore dovuto al fatto che, nonostante la frattura, il corpo continua a muoversi e a portare carichi (tipicamente, i propri bambini in braccio).

La mancata messa in sicurezza della schiena o del femore, dovuta al tardare della diagnosi, comporta un peggioramento della frattura, con le ossa che progressivamente si crepano e sbriciolano: anche di questo il sintomo è il dolore lancinante, che tende a cronicizzare resistendo ai farmaci, e la progressiva perdita della capacità di muoversi.

Tardando ancora la diagnosi, anche il numero delle fratture aumenta progressivamente per il noto effetto domino delle fratture da fragilità, arrivando a un quadro di fratture multiple, di cinque, sette, dieci quattordici crolli vertebrali per osteoporosi postgravidica, e di osteonecrosi del femore molto avanzate nel caso in cui la patologia si manifesti nel terzo trimestre. Il dolore, a questo punto, diventa soverchiante.

A cosa serve informare sull’osteoporosi gravidica?

Fare formazione tra i medici è un obiettivo prioritario per MAMog: proprio per questo tra le attività dell’Associazione c’è quella di partecipare a convegni e manifestazioni, relazionando sulla patologia e testimoniando la propria esperienza, benché sia doloroso farlo. Innanzitutto, informare adeguatamente il personale sanitario rende possibili le diagnosi tempestive, precoci addirittura, perché un medico può diagnosticare le malattie che conosce. Inoltre, apre tra i professionisti la discussione e la ricerca sulla prognosi, sulla multidisciplinarietà e sulle terapie più adeguate, nonché sulla definizione di percorsi diagnostici e assistenziali. Poi, aumentando la consapevolezza su questa patologia, è possibile portare alla luce i numeri reali di questa patologia sommersa tutta al femminile, e quindi ottenere il riconoscimento dell’osteoporosi gravidica quale patologia per la quale il SSN possa garantire dei livelli essenziali di assistenza alla mamma e alla famiglia intorno a lei.

Ad oggi, invece, il percorso che conduce alla diagnosi è lungo e accidentato, oltre che molto oneroso. E lunghe, lentissime e costose sono anche le terapie, farmacologiche e riabilitative, per tornare a una vita normale. L’impatto di questa mancanza di tutela sulle pazienti e le loro famiglie è tale che molte mamme non possono permettersi di curarsi. Ritrovandosi a convivere con invalidità, dolore cronico, povertà, per aver dovuto sostenere spese enormi per far fronte alla patologia, spesso rinunciando al lavoro per le lunghe assenze o la disabilità che consegue alle fratture.

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