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Osteoporosi dopo il parto, la storia di L.

Capita sempre più spesso che le mamme con osteoporosi gravidica ci trovino e ci scrivano le loro storie. Per L. sono passati due anni esatti dalla diagnosi di osteoporosi gravidica: sta sempre meglio, ma la strada è ancora lunga.

 

Ho partorito la mia seconda bambina a novembre 2022 e dopo due giorni dal parto ho iniziato a sentire uno strano dolore in mezzo alla schiena, un doloretto che, però, per tutti – personale sanitario compreso – era qualcosa di assolutamente compatibile con il post parto. La soluzione? Tachipirina – e non ci pensi più a ridirlo, che hai male, per non passare da donna con qualche problema da post partum, perché è un attimo etichettare così le mamme che hanno appena partorito.

Rientro quindi a casa, dimessa con la mia piccolina, ma quel dolore aumenta e diventa fisso, non mi lasciava mai in pace. Riesco a prendermi cura della mia bambina, e ad allattarla, anche se già con grande fatica, fino al 31 dicembre del 2022. Da quel giorno, per paura che mi cadesse a terra, non l’ho più presa in braccio.

Chiedevo a mio marito di passarmi nostra figlia da seduta. Guardavo la mia bimba e piangevo, perché non capivo il motivo di quella sofferenza che cresceva. I dolori erano sempre più forti e invalidanti, mi vengono i brividi solo a ripensarci, ora che il peggio spero sia passato. Ho avuto la diagnosi solo il 23 gennaio: crolli plurimi vertebrali.

A cambiare non era solo la mia salute, ma la vita di un’intera famiglia – io a letto, e la mia famiglia a cercare di mandare avanti la baracca, con tante difficoltà per loro e dispiacere e impotenza per me che non potevo far nulla. Ci attiviamo per le cure del caso e, a metà febbraio, decido di iniziare una cura farmacologica. Un altro magone bruttissimo da mandare giù è stato allora togliere il seno alla mia piccolina, ma lo dovevo fare, perché il farmaco era incompatibile con l’allattamento.

Superato anche questo, sono passati due mesi prima che potessi ricominciare a muovermi. Inizialmente mi mobilizzo con il busto, poi gradualmente la fisioterapia e la lunga riabilitazione. Ma al momento sono ancora lontana dal dire di star bene. Come sto oggi? Devo dire meglio, forse grazie alla cura che sto facendo. Incrocio le dita, mi auguro di ritornare a sorridere il più presto possibile. Anche grazie alle vostre testimonianze continuo a crederci.

L.

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